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Calcolo delle potenze in alternata

28/03/2022 16:10

Antonio Costantini

Elettronica, Energia, impianti elettrici,

Calcolo delle potenze in alternata

Comprendere la differenza tra potenza attiva, reattiva e apparente è fondamentale per progettare impianti efficienti e affidabili

(la videolezione) Comprendere la differenza tra potenza attiva, reattiva e apparente è fondamentale per progettare impianti efficienti e affidabili. Sebbene possano sembrare concetti astratti, sono in realtà alla base di ogni rete elettrica e di ogni dispositivo che utilizziamo quotidianamente.

La potenza attiva (o reale) è quella che effettivamente compie lavoro utile: fa girare i motori, accende le luci e alimenta gli apparecchi elettronici. È l’energia che si trasforma in movimento, calore o luce. Si misura in watt (W) ed è ciò che troviamo indicato come consumo nei nostri elettrodomestici.

La potenza reattiva, invece, non produce direttamente lavoro utile, ma è necessaria per far funzionare correttamente i dispositivi con componenti induttivi o capacitivi, come trasformatori, motori e lampade fluorescenti. Questa energia “oscilla” tra sorgente e carico, contribuendo alla creazione e al mantenimento dei campi magnetici e elettrici. Si misura in voltampere reattivi (VAR).

La potenza apparente è la combinazione delle due: rappresenta il totale della potenza “disponibile” in un circuito, anche se solo una parte è utilizzabile per compiere lavoro effettivo. Si misura in voltampere (VA) e racchiude sia la componente attiva sia quella reattiva.

Un parametro molto importante legato a questi concetti è il fattore di potenza, che indica quanto della potenza apparente è effettivamente sfruttabile come potenza attiva. Un valore prossimo a 1 indica un impianto molto efficiente; valori più bassi indicano maggiori perdite.

Nei circuiti con particolari utilizzatori come ad es. lampadine a filamento, scaldacqua, certi tipi di forni, la potenza apparente assorbita è tutta potenza attiva. Nei circuito con utilizzatori che hanno al loro interno avvolgimenti atti a creare un campo magnetico variabile, come i motori, le saldatrici, gli alimentatori delle lampade fluorescenti, i trasformatori, una parte della potenza assorbita non è impiegata come potenza attiva, bensì come potenza reattiva. 

In sintesi, se pensassimo alla potenza come un bicchiere di birra:

La birra è la potenza attiva.

La schiuma è la potenza reattiva.

Il bicchiere pieno è la potenza apparente.

Per un impianto elettrico che non sprechi energia e funzioni al meglio, è essenziale gestire e bilanciare tutte e tre le componenti.